LUGANO - Da ieri e fino a nuovo avviso i dipendenti del consolato del Portogallo a Lugano sono in sciopero.
In seguito alla crisi economica che attanaglia il paese lusitano, a inizio anno il Governo ha tagliato i salari degli impiegati consolari del 10%. Ora è stata introdotta una nuova misura, sempre più in voga anche nel settore industriale svizzero, ovvero il pagamento dei salari in euro. In pochi mesi i dipendenti si sono quindi visti ridurre la paga di oltre il 30%.
I 56 dipendenti dell'ambasciata e degli uffici consolari portoghesi in Svizzera hanno quindi di deciso di incrociare le braccia e di chiedere aiuto al Dipartimento degli affari esteri.
Al consolato di Lugano, in Via Ferruccio Pelli, non è possibile trovare un interlocutore, neanche telefonicamente. Unico segnale, un avviso di sciopero appeso sulla porta, senza nessuna spiegazione sui motivi o su una prevista riapertura degli uffici.
"E' una situazione intollerabile. Oggi, con un salario attorno ai 2'800 franchi, i funzionari portoghesi sono pagati al di sotto dei minimi salariali" afferma Alexandre Vieira, segretario generale aggiunto del sindacato delle missioni consolari e diplomatiche portoghesi all'estero.
Secondo Vieira, il Governo portoghese violerebbe un accordo siglato con il DFAE. Questa convenzione impone il pagamento ai funzionari di salari in linea con il costo della vita in Svizzera.
In parallelo allo sciopero, i dipendenti hanno inoltrato una lettera a Micheline Calmy-Rey per farle presente la situazione. Nei prossimi giorni dovrebbe avere luogo un incontro chiarificatore.
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